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Deviazione dal Tipo Cuggiono 31 maggio 2014


SOCIETA' ITALIANA ALANI

Deviazioni dal Tipo.

Affrontiamo oggi un argomento non solo importante ma addirittura fondamentale per la salvaguardia delle razze, per il mantenimento delle loro caratteristiche peculiari, per il miglioramento della loro morfologia. Tutto ciò vale non solo per l’Alano ma più in generale per tutte le razze canine. Prima di parlare di deviazioni dal tipo dobbiamo definire, in modo chiaro e inequivocabile cos’è il tipo: Definiamo TIPO l’insieme delle caratteristiche etniche indispensabili che un cane deve possedere per appartenere ad una specifica razza. Le caratteristiche ideali sono descritte nello standard, in esso vengono definiti, regione per regione, rapporti, profili, misure, caratteristiche delle peculiarità fondamentali della razza. Vi sono standard molto precisi, addirittura pignoli, per esempio quelli delle razze italiane, vi sono standard molto superficiali e sommari, per esempio la maggioranza di quelli riguardanti le razze inglesi. Generalmente lo standard descrive un “Ideale” irraggiungibile a cui bisogna tendere, ma lascia spazio ad un certo grado di interpretazione, almeno per alcune caratteristiche. In altre parole: non si può discutere, né dare un'interpretazione personale quando lo standard dice, per esempio, che la lunghezza del muso deve essere uguale alla lunghezza del cranio, mentre dire, sempre per esempio, che le orecchie sono attaccate piuttosto alte, può dar adito a giudizi diversi perché "abbastanza" può essere poco per qualcuno e tanto per un qualcun altro….Vi sono razze che hanno "molto tipo" ossia che presentano molte caratteristiche particolari e che queste particolarità sono molto spiccate. Vi sono altre razze che hanno "poco tipo", in qualche modo sono più vicine al cane "naturale" e l'intervento dell'uomo ha apportato una minor pressione selettiva. Giusto per fare degli esempi tra i primi spiccano razze come i terrier, il pechinese, il bulldog e tra i secondi la maggior parte dei cani primitivi. L'alano è una razza di grandissimo tipo ed è contraddistinta da caratteri etnici unici, non vi è razza che gli somigli, non può far parte, come invece succede per moltissime altre, di un gruppo di razze che in qualche modo si rassomigliano o hanno molte caratteristiche in comune. Solaro scrive "La testa dice la razza" e con ciò si intende che il "tipo" è racchiuso soprattutto nella morfologia della testa e questo è verissimo per la nostra razza la cui testa è veramente unica e inimitabile, mentre il tronco è l'esempio ideale dell'armonia, della proporzione perfetta, è il prototipo del mesomorfo. Se è vero, com'è vero, che il punto di riferimento nell'allevamento e nei giudizi è lo standard, sembrerebbe semplicissimo mantenere nel tempo le caratteristiche ideali della razza. La pratica dimostra che così non è. Sono numerose le razze che, in tempi più o meno rapidi, hanno subito modifiche morfologiche significative, rispetto al loro standard ufficiale. Qualcuno chiama questo evento "evoluzione della razza" ma è un principio da cui ritengo si debba dissentire vivacemente perché modificare le caratteristiche poco per volta significa allontanarsi progressivamente dallo standard, modificare la razza, trasformarla in una razza diversa e, a meno che l'originale non avesse seri problemi, sinceramente non ne vedo la ragione. Credo che le razze debbano essere MANTENUTE non modificate, non devono "evolvere" al massimo “migliorare”, intendendo con questo che la pressione selettiva deve tendere a risolvere i problemi più frequenti nella razza, sempre alla ricerca del famoso "ideale". Premesso tutto ciò, e l'argomento potrebbe portarci lontano, occupiamoci della nostra razza in particolare. E' evidente che se siamo qui riuniti per discutere delle deviazioni dal tipo, è perché si tratta di una problematica esistente per l'alano e perché gli appassionati sono da tempo preoccupati per questa tendenza che mina il mantenimento delle caratteristiche "tipiche" della loro razza prediletta. Quando parliamo di deviazioni dal tipo, ci possiamo riferire a due eventi opposti: l'ipertipo e l'ipotipo, oltre naturalmente a tutte le variazioni che si allontanano dall'ideale. Col primo termine intendiamo l'estremizzazione delle caratteristiche della razza, rendendole più marcate, in generale aumentate. Per fare un esempio classico il salto naso-frontale definito dallo standard marcato che diventa molto marcato, o, per altre razze, la canna nasale corta che diventa cortissima, la presenza di frange che diventano esageratamente abbondanti e via dicendo. Tutto ciò crea una serie di problemi non indifferenti spesso a discapito della salute e della funzione a cui è preposto il cane. Col termine ipotipo intendiamo la riduzione delle caratteristiche peculiari della razza, la diminuzione della loro incisività, sino a perdere la morfologia distintiva della razza medesima. Riprendendo gli esempi già fatti, è il caso in cui lo stop che deve essere marcato diventa sfuggente, la canna nasale corta diventa più lunga, le frange sono meno ricche. E' una situazione certamente meno pericolosa perché di solito rende il cane più vicino al "cane naturale", come dire meno selezionato, ma certamente è pericolosissimo per il mantenimento della qualità della razza allevata in purezza. Torniamo all’Alano. La crisi della razza è ormai un fatto condiviso sia tra i cinofili italiani che degli altri Paesi, almeno di quelli mitteleuropei, perché tutti sappiamo che nelle nazioni del Nord viene ricercato un alano non esattamente uguale al nostro ideale. Le problematiche dei nostri alani (e con nostri –ripeto- intendo quelli mitteleuropei) sono molteplici e riguardano sia la costruzione che il tipo. Non considero i difetti di costruzione secondari, anche perché in un cane delle dimensioni del nostro beniamino possono comportare grossi guai, ma oggi parliamo di tipo ed è su questo che dobbiamo focalizzare l’attenzione. Siamo, credo, tutti d’accordo che l'ipotipo è pressoché una rarità tra i soggetti allevati con criteri di selezione e, comunque, è praticamente sempre gravemente penalizzato sui ring delle esposizioni, dunque non rappresenta un pericolo, anche se mi riservo di ritornare sull'argomento. Il nostro problema più frequente viene generalmente definito "ipertipo" con un termine troppo generico, non sempre calzante, almeno ai giorni nostri e talvolta addirittura ritenuto da alcuni ricco di risvolti positivi. Come siamo arrivati alla situazione attuale? difficile dirlo, forse per i più giovani può essere interessante fare un breve riassunto della storia "evolutiva" della razza. Negli anni '70 gli alani erano pochi, nel complesso erano cani, salvo rarissime eccezioni, con teste poco espressive, labbro scarso, stop sfuggente e anche la costruzione lasciava a desiderare. Dall'inizio degli anni '80, cominciarono a comparire i primi alani degni di questo nome grazie all'introduzione di nuove importanti linee di sangue ed oculati (e fortunati) accoppiamenti, oltre alle migliorate condizioni di allevamento. Si tratta dei primi soggetti "moderni" con teste "marcate", lunghe e strette e cesellate, labbro di giusta voluta, stop correttamente marcato, collo lungo e arcuato, ossatura importante. Quasi contemporaneamente nascono due, chiamiamole così, scuole di pensiero riguardo al "tipo" di alano da ricercare. i francesi e i loro estimatori prediligono un alano dalla testa molto importante con labbro abbondante, stop molto marcato, decisa quadratura di muso, cranio stretto e ben cesellato, collo lungo e arcuato. I tedeschi cercano un "tipo" meno spinto, con caratteristiche meno esasperate. I francesi danno poca importanza alla costruzione e al movimento e non si curano del mantello negli arlecchini al contrario di quanto avviene in Germania. L'Italia, a quell'epoca, non poteva essere considerata un Paese "importante" per la nostra razza e in un modo o nell'altro risentiva fortemente delle influenze straniere. In ogni caso, da noi fondamentalmente si ricercava una via di mezzo, ma alcuni allevatori tentarono di imporre il tipo francese che stava effettivamente producendo soggetti molto appariscenti e con indubbie qualità, anche se cominciavano a comparire individui che sfioravano e a volte incarnavano l'ipertipo, ormai da alcuni considerato l'ideale. Resta il fatto che alla fine degli anni '80 sono presenti sui ring italiani ed europei soggetti di una qualità così elevata da permettere, negli anni '90, il raggiungimento di traguardi vertiginosi, con la produzione di straordinari fuoriclasse, assolutamente indimenticabili per chi ha avuto la fortuna di ammirarli. E va sottolineato che da quel momento, gli alani italiani sono tra i migliori se non i migliori in assoluto. Per completezza va ricordato che il più ampio salto di qualità ha riguardato gli arlecchini e i neri, che i fulvi e i tigrati raggiunsero livelli straordinari e tra loro era più diffuso l'ipertipo, che la qualità e il numero dei blu, salvo alcuni veri fuoriclasse, rimaneva decisamente insoddisfacente. Tutto sommato si trattava di una situazione che appariva eccellente, quanto di meglio per continuare a produrre soggetti grande qualità, ma in realtà cominciarono ad esistere una serie di problemi all’epoca certamente non colti dai più. Tanto per cominciare, tutti i migliori allevatori hanno utilizzato le migliori correnti di sangue, per non dire gli stessi soggetti, ossia i più titolati, con l'ovvia conseguenza di ritrovare nel pedigree di quasi tutti i vincitori sui ring di tutta Europa, gli stessi riproduttori. Ciò ha comportato, dopo il precedente significativo allargamento, un pericoloso restringimento del pool genetico, della variabilità genetica degli alani europei, il che in allevamento ha spesso conseguenze poco controllabili e talvolta deleterie, oltre a limitare la possibilità di correggere gli errori. Inoltre proprio la qualità così elevata di tanti soggetti e, di conseguenza, l' agguerrita concorrenza sui ring, ha innescato il disastroso meccanismo che, a mio giudizio, ha segnato l'inizio della fine di quell'epoca d'oro. Infatti cominciò allora la corsa al "sempre di più", nel tentativo di raggiungere livelli sempre più elevati, nel tentativo di produrre il grande campione in grado di sbaragliare tutti. E' un meccanismo scellerato che ha colpito molte razze in auge: quando la qualità media raggiunge livelli di eccellenza, i campioni arrivano a possedere le caratteristiche della razza in modo eccelso e gli allevatori tendono a produrre soggetti che le presentino sempre più marcate, credendo in questo modo di superare gli altri. Per l'alano è stato così che il labbro abbondante cominciò a diventare abbondantissimo, spesso fluttuante e con l'occhiello della commessura labiale troppo visibile, facendo perdere alla testa eleganza e distinzione, lo stop marcato a diventare "rincagnato" con la conseguenza che la canna nasale diventa corta e, quindi, si modifica il corretto rapporto cranio-muso, e poi l'aumento della pelle produce la comparsa di rughe sul cranio, lassità palpebrale e cambiamento della forma dell'occhio e quindi dell'espressione e così via dicendo. Contemporaneamente l'eccessiva concentrazione a produrre teste "super" indusse molti allevatori a sottovalutare l'importanza della costruzione e del movimento. Comincia così un vero braccio di ferro tra gli allevatori estimatori di questo "nuovo tipo" di alano e coloro che desiderano un alano più equilibrato, meno esasperato e soprattutto più corretto. Devo dire che verso la metà degli anni '90, ossia il momento assolutamente migliore per la razza, i fatti sembravano dar ragione a questi ultimi, almeno in Italia, ma la situazione si rivelò ben presto più seria di quanto potesse apparire e soprattutto assai confusa perché anche tra i giudici (gli specialisti, soprattutto stranieri, sono spesso allevatori) si manifestarono quei due opposti modi di interpretare la razza, tanto che di domenica in domenica, le classifiche con gli stessi cani presenti sul ring, potevano essere esattamente ribaltate. Per inciso è un problema nient'affatto superato anche ai giorni nostri…. Nel nuovo millennio i grandi campioni del decennio precedente sono solo un ricordo e poiché tra gli espositori e gli allevatori vi è stato un quasi totale ricambio, i punti di riferimento tra i “giovani” non possono che essere i cani che vincono oggi e, indubbiamente, non sono rari quelli che presentano caratteristiche morfologiche non perfettamente aderenti allo standard. Come dicevo il problema non è una novità, l’argomento è stato discusso, tra l’altro, anche nel “Seminario di aggiornamento per Esperti-Giudici” organizzato dalla SIA nel 2006 e già si sottolineava come, pur rimanendo abbastanza soddisfacente il livello della qualità media degli alani italiani, vi fosse una preoccupante mancanza di veri fuoriclasse e soprattutto come fosse obbligatorio mettere in rilievo la presenza di tanti difetti vecchi e nuovi, di costruzione e di tipo e come si avesse l’impressione che molti giudici fossero diventati “di manica larga” concedendo anche troppo spesso la massima qualifica. Anche allora ci siamo chiesti: “Perché dai grandi campioni della metà degli anni ’90 abbiamo ottenuto generazioni assai meno importanti? Dove e chi ha sbagliato? Domande che non hanno una risposta, ma che invitano alla riflessione. In Italia l'ultimo decennio ha visto un quasi totale cambiamento, in parte generazionale, degli alanisti, tra gli allevatori storici sono rimasti in campo pochissimi elementi, la maggior parte degli affissi più titolati sono scomparsi dalle scene lasciando posto ad una miriade di nuovi allevatori spesso poco esperti, guidati più dall'entusiasmo che dalla tecnica. Alcune prestigiose linee di sangue erano intanto, in qualche modo, "esaurite" nel senso che, nella ricerca di fissare il tipo ideale per ogni singolo allevatore, o nella speranza di riprodurre (nel senso di rifare) un certo soggetto eccezionale, si era arrivati a gradi di consanguineità tali da produrre più danni che benefici. Da tagli di sangue "eroici" si è spesso ottenuto risultati mediocri, com'era prevedibile non è bastato accoppiare buone teste con buone costruzioni per ottenere soggetti che presentassero entrambi i pregi. Intanto, abbassandosi la qualità degli alani sul ring, mancando forse gli esempi di veri campioni come punto di riferimento, si è incominciato ad abbassare il livello di qualità richiesto per assegnare la massima qualifica e, peggio, i CAC. Credo che i giudici debbano assumersi la responsabilità di una parte di colpa, hanno preteso meno e gli allevatori si sono facilmente adeguati: se con soggetti mediocri ottengono fior di campionati, chi glielo fa fare di impegnarsi di più per migliorare? Non vorrei dare l'impressione che la razza versi in condizioni catastrofiche, non è vero, semplicemente credo sia doveroso valutare criticamente e oggettivamente il momento che sta vivendo, senza esagerare in nessun verso. Gli alani italiani vincono sui ring di tutta Europa in occasione delle manifestazioni più prestigiose, ma ciò non deve creare false esaltazioni, allo stesso modo, chi ha ammirato o allevato i grandi campioni del passato non deve esagerare con le critiche……" Il commento continuava con l'elenco dei difetti più comuni e più pericolosi sia di tipo che di costruzione e, sinceramente, purtroppo è attualissimo. L'accento veniva poi posto sull'assoluta necessità di ricercare classe, eleganza e distinzione, caratteristiche indispensabili per l'alano a cui non si può e non si deve assolutamente rinunciare anche perché nascono solo dalla vera e corretta morfologia della razza. In altre parole fanno parte integrante del tipo. Dunque affrontiamo una problematica nient'affatto nuova e ciò che preoccupa di più è che, nonostante le ripetute e accorate grida d'allarme, la situazione non sia significativamente migliorata, anzi... In parte si è modificata, alcuni difetti sono diminuiti per gravità e frequenza, ma per altri è avvenuto esattamente il contrario. E' giunto il momento di fare una disamina attenta e precisa delle caratteristiche richieste dallo standard comparate a ciò che si riscontra "dal vivo" nei soggetti esposti sui ring, cercando di essere più tecnici e meno sentimentali possibile. Standard alla mano, prendiamo in considerazione i punti che più ci interessano in relazione all'argomento che stiamo trattando. ASPETTO GENERALE: corporatura grande, potente ed armoniosa, fierezza, forza ed eleganza. Per la sostanza unita alla distinzione, per l'armonia dell'insieme data dalle forme ben proporzionate e per la testa così particolarmente espressiva, colpisce l'osservatore come una statua maestosa. Non è mai grossolano o troppo raffinato. il dimorfismo sessuale è chiaramente evidente. E' l'Apollo delle razze canine. In queste poche righe è riassunta l'essenza della razza. Sono messe in evidenza le sue caratteristiche fondamentali e irrinunciabili, quelle che la rendono unica e inconfondibile. La vera difficoltà nella selezione dell'alano è proprio riuscire a conciliare caratteristiche quasi antitetiche: la potenza e l'armonia, la forza e l'eleganza. Proprio perché è il traguardo più difficile da raggiungere è quello che più spesso viene a mancare. Troppi alani di oggi sono privi di eleganza e di distinzione, mentre, in generale non manca la sostanza e la potenza, anzi talvolta li troviamo anche in eccesso a discapito dell'armonia e delle proporzioni ideali. Sono le vere peculiarità caratteristiche della razza (che tratteremo una ad una) che, non essendo esattamente corrispondenti a quanto richiesto, producono un insieme che ben si allontana dal conferire l'aspetto nobile e statuario chiaramente richiesto dallo standard. Resta il fatto che questo primo paragrafo dello standard dovrebbe essere la pietra angolare su cui affrontare la selezione e i giudizi. Credo che sia stato sottovalutato, talvolta dimenticato e che questa sia la principale ragione che ha portato ad allontanarsi dal tipo. Sfortunatamente troppi confondono l'eleganza con la mancanza di sostanza, come dire che solo un cane leggero può essere elegante e questa è evidentemente una sciocchezza. Come già detto conciliare le due caratteristiche è difficile, non certo impossibile e comunque non è concepibile che si debba rinunciare alla caratteristica fondamentale della razza solo perché ciò comporta meno impegno e meno difficoltà nell'allevamento. TESTA: In armonia con l'insieme generale. Di forma allungata, stretta, dalle linee nette, mai a forma di cuneo, espressiva, finemente cesellata (soprattutto nella regione sottorbitale). La distanza tra la punta del tartufo e lo stop deve essere il più possibile uguale alla distanza tra lo stop e l'apofisi occipitale che si presenta poco marcata. Gli assi cranio-facciali devono essere assolutamente paralleli. Vista di fronte la testa deve apparire stretta con la canna nasale più ampia possibile. Ecco la descrizione delle caratteristiche fondamentali della testa dell'alano. Prima di tutto la testa è proporzionata all'insieme. Secondo la cinognostica questa valutazione si evince dallo studio del Formato vale a dire dall'Eterometria che mette in relazione la statura e la massa (il peso e il volume). Secondo il Marchi: "Perché un cane sia armonico rispetto al Formato è necessario che ogni sua singola parte (indipendentemente dall'Anamorfosi e dall'Alloidismo) sia riferibile allo stesso formato, in modo che sia armonico l'ordinamento delle masse". Rispetto l'Eterometria l'Alano ha formato Grandissimo e tale deve essere in ogni sua parte. Nelle razze armoniche normalmente la lunghezza totale della testa (dalla punta del tartufo alla nuca) corrisponde ai 4/10 dell'altezza al garrese. Caratteristica su cui occorre porre l'accento è la testa che deve essere "allungata e stretta" e la canna nasale che deve essere lunga quanto il cranio. Questa è la testa dell'alano, ma purtroppo sono proprio queste le caratteristiche che più spesso vengono a mancare. Per rispettare questi parametri è necessario che il cranio (misurato alle arcate zigomatiche, ossia nel suo punto più largo) sia veramente contenuto e la canna nasale decisamente lunga. Oggi abbondano i crani larghi e i musi corti al punto che non solo determinano un difetto nella testa, ma arrivano a provocare una vera deviazione dal tipo. La testa lunga e stretta con rapporti cranio muso 50 a 50, è una testa dolicocefala ossia -come dice Solaro- "Dicesi Dolicocefala quando il diametro longitudinale della testa presenta un prevalente sviluppo sul diametro trasversale di essa". In poche parole una testa lunga e stretta, inscrivibile in un parallelepipedo. La testa Dolicocefala deve avere Indice Cefalico Totale inferiore a 50, misura che si ottiene moltiplicando per 100 la larghezza della testa diviso la lunghezza della testa, ossia: larghezza della testa x 100 Indice Cefalico totale = ------------------------------------ lunghezza della testa Sarebbe interessante valutare questo parametro, nonché il rapporto cranio-muso, nei Campioni dei giorni nostri per verificare quanti li rispettino perché, a prima vista, è una delle caratteristiche che più spesso viene a mancare ed è evidente che ciò comporta una vera modifica del tipo. Altra caratteristica riportata nel paragrafo è l'ampiezza del muso, vale a dire che l'alano deve avere un'ottima quadratura di muso e quindi, in rapporto al cranio stretto, le linee axio facciali devono essere parallele tra loro. Nei cani di oggi, fondamentalmente, il muso è quasi sempre ben ampio o comunque sufficientemente ampio. Nonostante ciò le linee axio-facciali a causa del cranio largo che le fa diventare convergenti. Infine va messo in rilievo la necessità che la testa presenti fine cesellatura, soprattutto nella regione sottorbitale. Questa caratteristica è indispensabile per dare eleganza e distinzione alla testa e, purtroppo, è diventata una vera rarità. REGIONE DEL CRANIO Cranio: Arcate sopracciliari ben sviluppate, senza tuttavia essere sporgenti. Stop: Nettamente pronunciato. Prima di tutto bisogna mettere in evidenza che spesso si confonde il Salto naso-frontale con lo stop. Anche se sono collegate, non sono esattamente la stessa cosa, Il primo rappresenta la distanza tra la fronte e il profilo superiore della canna nasale, lo sviluppo delle arcate sopracciliari è fondamentale nel determinarlo. In alcuni casi troviamo bozze frontali troppo marcate e globose, ma generalmente si presentano nella norma. Lo Stop è il punto d'incontro tra le apofisi frontali delle ossa nasali con le apofisi nasali dell'osso frontale. Nell'alano deve essere marcato il che comporta che l'osso frontale deve scendere bruscamente sulle apofisi dell'osso nasale, deve insomma essere ben evidente, ma non può essere eccessivo perché più lo stop è marcato più si accorcia la canna nasale e, se nella nostra razza questa deve essere lunga quanto il cranio è evidente che non potrà mai essere troppo profondo. Questo è uno dei problemi più frequenti e pericolosi proprio perché rischia di modificare i soliti rapporti fondamentali. E' un difetto abbastanza frequente, ma non si può negare che non manchino i soggetti con stop sfuggente. REGIONE DEL MUSO …… Muso/Labbra: Muso profondo, il più rettangolare possibile, non appuntito, labbra abbondanti, ma non eccessivamente pesanti e fluttuanti. Commessura labiale ben visibile. Tasto dolente! Lo sviluppo eccessivo delle labbra è certamente uno dei problemi più gravi e frequenti che riscontriamo negli alani odierni e, quel che è peggio, in moltissimi plurititolati campioni. E' ovvio che il labbro deve essere ben disegnato, coprire decisamente il mascellare inferiore e l'occhiello della commessura è visibile, nessuno ricerca un alano con labbro scarso e sfuggente, è un difetto "antico" e per fortuna rarissimo tra i cani selezionati. Ma nella ricerca dell'ipertipo, come abbiamo già detto, il labbro diventa abbondantissimo e, oltre ad essere un difetto di per sé, è legato ad una serie di altre gravi problematiche come la presenza di giogaia e in generale l'eccesso di pelle, fino ad avere teste che presentano una o più rughe verticali che partendo più o meno a livello del canto laterale dell'occhio arrivano sino alla commessura del labbro caratteristica dei mastini, non certo dell'alano. Se non è una deviazione del tipo questa….. Ai tempi degli alani ipertipici nel senso di "troppo marcati" ma ancora rispondenti al tipo originale, il labbro eccessivo era spesso fluttuante perché troppo leggero. Oggi la situazione è spesso peggiore perché il labbro esagerato è anche troppo spesso, ancora una volta caratteristica del mastino. E' naturale che tutto ciò privi la testa della agognata eleganza e dunque della sua primaria peculiarità. Guance: I masseteri devono essere solo leggermente accennati, in nessun modo risaltare nettamente. Spesso le teste grossolane presentano invece i masseteri troppo sviluppati ed evidenti. Occhi : Di media grandezza, con espressione vivace, intelligente e amichevole, di colore più scuro possibile, a forma di mandorla, con palpebre ben aderenti. Posizionati non troppo distanti tra loro. L'occhio non deve essere a fessura. Gli occhi chiari o color ambra sono indesiderabili. Negli alani blu sono consentiti occhi leggermente più chiari. Negli alani arlecchini sono tollerati gli occhi gazzuoli e l'eterocromia. L'occhio: lo specchio dell'anima, dice un vecchio adagio. Lo sguardo dell'alano deve essere deciso e sicuro, dolce e riflessivo, denotante carattere, intelligenza, bontà, adorante verso il padrone. Forse che può corrispondere a queste caratteristiche l'occhio infossato, semi coperto dalla palpebra superiore rilassata, congiuntiva visibile per ectropion più o meno evidente? Certo che no! Eppure tutti questi difetti sono diventati all'ordine del giorno e comportano la perdita dell'espressione tipica dell'alano, dimenticando che l'espressione è una caratteristica di tipicità importantissima per ogni razza. Sinceramente mi chiedo spesso come abbiamo potuto permettere che ciò accadesse perché oltre al discorso cinotecnico, in questo caso (secondo me anche negli altri) vi è anche una significativa componente estetica che, anche se in zootecnia non deve avere importanza, non può essere sottovalutata. Perdendoci l'espressione dell'alano, ci perdiamo una delle sue caratteristiche più affascinanti e, una volta di più lo facciamo assomigliare ad altre razze con cui non ha e non deve avere nulla in comune. E' ovvio che i difetti dell'occhio sono legati a tutti gli altri di cui stiamo parlando, in particolare all'eccesso di pelle, ma in questo caso si arriva a snaturare una delle caratteristiche più attraenti della razza, ed è un delitto imperdonabile! Tutto sommato il colore dell'iride è quasi sempre nella norma. COLLO: Lungo, asciutto, muscoloso, mai corto o spesso. Ben sviluppato alla base, si affina leggermente verso la testa con il profilo superiore arcuato. Portato alto, leggermente inclinato in avanti, ma non un collo da pecora. Eccesso di pelle alla gola o presenza di giogaia sono indesiderabili. Il collo lungo, asciutto e arcuato è caratteristica indispensabile per conferire classe, eleganza e distinzione. Oggi sono rari i soggetti dotati di collo corrispondente a quanto richiesto, abbondano quelli corti, grossolani e carichi di pelle, una volta di più peculiarità di altre razze, non certo dell'alano….. Non proseguiamo nella lettura dello standard, non perché il tronco non rappresenti caratteristica di tipicità, ma perché nell'alano moderno i difetti riscontrabili a questo livello sono soprattutto di costruzione e, per quanto molto importanti, oggi ci porterebbero fuori tema. Un ultima precisazione: sono stufa di sentir classificare l'alano tra i Molossoidi, non lo è non ne possiede le caratteristiche. Capiamoci, Molossoide è un termine coniato da Pier Megnin nella sua classificazione delle razze. se vogliamo usare questa classificazione dobbiamo sapere cosa significa e non possiamo intendere qualcosa di diverso. Eccone la definizione originale "Molossoide: testa voluminosa, rotonda o cuboide, orecchi piccoli e cadenti, muso corto, labbra lunghe e spesse, corpo massiccio e normalmente di grande statura, generalmente con cinque dita le zampe di dietro come quelle davanti". Riconoscete in questa descrizione l'Alano? Ovviamente no e se qualcuno lo vuole così, con la testa corta e cuboide, globosa e ricca di pelle, col collo corto e la giogaia, invece di cercare di modificare la nostra razza farebbe meglio ad occuparsi di uno dei tanti mastini che esistono già. Secondo la classificazione di Megnin il gruppo in cui si può inserire l'alano e quello dei Braccoidi, che certamente non significa che deve essere un bracco, ma che ha queste caratteristiche: "Braccoide: la testa si avvicina alla forma prismatica, con il muso tanto largo alla sua estremità distale quanto alla sua base ed è separato dalla fronte da un depressione naso-frontale (Stop) ben marcata, le orecchie sono cadenti, le labbra lunghe e pendenti: le superiori sorpassano notevolmente la mandibola" Tiriamo le somme: siamo di fronte ad una razza in crisi, una crisi profonda e pericolosa perché dura da tempo e perché è talmente ubiquitaria da aver reso difficile reperire sangue nuovo e ancora portatore delle caratteristiche specifiche della razza a livelli ottimali. Le linee di sangue lontano dalle nostre, ossia quelle nordiche e americane, si allontanano troppo dal nostro ideale per rappresentare un patrimonio su cui fare affidamento. Vari allevatori sono comunque ricorsi a questi soggetti in particolare per sfruttare i loro pregi di costruzione e movimento e ci auguriamo che possano raccogliere buoni frutti, ma è troppo presto per considerare questa scelta una certezza. Credo che l'unica via d'uscita sia quella di ritornare a cercare l'alano vero, senza essere influenzati dalle mode, dal mercato, dalla pigrizia. Certo è che fino a quando sui ring vinceranno alani che sfoggiano pregi da mastino, non vi sono speranze reali di ritrovare gli alani statuari degli anni '90, quelli descritti dallo standard. Intanto sta agli allevatori che hanno veramente a cuore la razza lavorare al meglio per recuperare il tipo ideale, affrontando tutte le difficoltà che ciò comporta, consapevoli che costerà fatica e sacrifici, magari delusioni, magari rinunce a risultati immediati, consapevoli che nelle loro mani c'è il futuro della nostra razza. L'alternativa è quella di rassegnarci ad un nuovo alano, ad un cane diverso da quello descritto dallo standard, mettere nel dimenticatoio i campioni di ieri e godersi i successi di oggi sacrificando a tutto ciò l'alano vero.

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